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Una riflessione sull’autonomia del Trentino dopo le elezioni del 25 settembre



«Autonomia forte in uno Stato forte». È lo slogan di Giorgia Meloni sullo statuto del Trentino pochi giorni prima delle tanto attese elezioni. Chiusi alle 23 del 25 settembre i seggi elettorali che hanno visto gli italiani esprimere la propria preferenza sulla nuova composizione di Governo, rimane da capire quali saranno i volti, gli sviluppi e le battaglie del centrodestra. Fratelli d’Italia è nettamente il primo partito italiano, al 26%. L’esito in Trentino apre a scenari più eterogenei: nel capoluogo è il centrosinistra ad avere la meglio con l’elezione nel Collegio Uninominale di Trento di Pietro Patton (PD) al Senato.

In un Governo fortemente sbilanciato a destra, la priorità è tenere fede alle parole pronunciate dai candidati di FdI durante la campagna elettorale: l’autonomia del Trentino rimarrà inviolata.

Trentino Autonomista Libero intende ribadire, con assoluta fermezza, che lo statuto del Trentino non è il frutto di concessioni arbitrarie, ma di contratti internazionali sul rispetto dei quali è necessario vigilare con serietà e determinazione.

L’obiettivo? Ascoltare, cambiare e agire nell’interesse dei cittadini affinché il confronto e la riflessione restino gli strumenti preferenziali mediante cui risolvere i problemi della Regione. Per riuscire a trasformare i trentini nei protagonisti effettivi dell’avventura politica del territorio, si rende necessario mantenere inviolata l’autonomia faticosamente conquistata in passato. Un’autonomia, quest’ultima, che intende promuovere e arrecare benessere economico-sociale alla comunità, e non a Roma o a un ristretto gruppo di potere. In attesa di ulteriori sviluppi,

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